Elevati standard qualitativi e una proposta credibile. Sono stati questi gli elementi cardine che hanno portato il Dott. Mario Prandi (foto) e Villa Maria a definire un importante accordo di collaborazione per gli ulteriori sviluppi della Chirurgia Generale della struttura. Un’acquisizione strategica per confermare e rafforzare la natura della Casa di Cura e rispondere così, con il massimo della qualità e con un professionista stimato e di alto livello, alle crescenti esigenze del territorio.
Dott. Prandi, prima di tutto benvenuto a Villa Maria. Perché questo cambiamento, passare cioè da un ospedale pubblico a una struttura privata convenzionata? Lei è molto giovane, ha una carriera brillante alle spalle e ancora tanti anni di attività davanti. Vuole cambiare vita?
No, assolutamente. Dopo venti anni di attività in cui ho lavorato a tutte le ore del giorno e della notte, ho deciso di focalizzare la mia attività sull’attività programmata facendo a Villa Maria esattamente quello che facevo in ospedale. Qui però non c’è l’attività chirurgica d’urgenza quindi è tutto programmato e programmabile, i percorsi sono snelli, le liste di attesa ridotte e più gestibili.
Che cosa si aspetta da Villa Maria?
Ho scelto Villa Maria con la speranza di poterci valorizzare a vicenda e perché è una struttura fortemente radicata nel territorio dove ci sono tecnologie, materiali e standard qualitativi davvero molto elevati, gli stessi che avevo in ospedale.
C’è qualcosa in particolare che vuole sottolineare in questo momento della sua vita professionale?
Vorrei rassicurare tutti i pazienti e tutti i colleghi, specialmente i medici di base, che non cambia nulla rispetto a prima.
Così non rischia di essere un “concorrente” del suo vecchio reparto?
No, direi proprio il contrario: Villa Maria appartiene a una rete sanitaria caratterizzata dagli elevati standard di qualità di cura. Il mio obiettivo è lavorare in continuità con i miei vecchi colleghi, collaborando soprattutto per eseguire gli interventi programmati oggetto di lunghe liste di attesa.
Rapporti di buon vicinato quindi?
Certamente, soprattutto a livello operativo. Avvalendoci della consulenza oncologica del Prof. Dino Amadori che da novembre collabora con Villa Maria, è intento della struttura creare al suo interno dei meeting di studio su pazienti affetti da particolari problematiche. Da queste riunioni scaturirà la decisione di operare subito il paziente qui a Villa Maria oppure di sottoporlo ad ulteriori accertamenti e/o terapie da effettuarsi nell’ospedalità pubblica.
Parliamo ora di attività chirurgica. Di che cosa si occuperà quindi?
La mia duplice specializzazione in chirurgia generale e chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica mi porterà a svolgere numerose attività.
Iniziamo dalla chirurgia generale.
Eseguirò tutti gli interventi della chirurgia addominale: interventi alla colecisti, tutte le patologie dell’intestino, laparoceli e ernie usando le stesse tecniche che usavo in ospedale.
Quali?
Sono “laparoscopista” quindi continuerò questa buona abitudine di cercare di evitare le lunghe incisioni addominali che appartenevano a un’altra epoca. La laparoscopia è la normalità per me. Per dare un’idea, quando nel 1994 da appena laureato partecipai al mio primo intervento chirurgico, mi misero nelle mani proprio una telecamera. A Villa Maria ho trovato attrezzature davvero di altissimo livello. Questo sì che fa la differenza, la strumentazione. Rispetto all’ospedale, anche da questo punto di vista, non è cambiato nulla.
Cin quali novità quindi?
Il mio impegno è di aumentare la mini invasività degli interventi. Questo vale per esempio per le colecistectomie, ma anche per complesse resezioni intestinali. I materiali si sono evoluti, quindi rispetto a dieci anni fa abbiamo ferri e telecamere più sottili, cosa che ci consente di avere cicatrici sempre meno evidenti.
E per l’attività di chirurgia ricostruttiva?
Da anni ero un riferimento per l’addestramento dei colleghi per le tecniche di ricostruzione addominale per ernie spontanee o laparoceli insorti su cicatrici chirurgiche. Ovviamente ho introdotto l’uso della laparoscopia anche in questo settore, quando è possibile.
Quindi si può dire che trova un risvolto estetico anche nella chirurgia ricostruttiva?
Certamente, in caso di malattie benigne credo che valorizzare l’estetica sia un punto qualificante. Per esempio, sono molto graditi gli interventi in cui nascondo le cicatrici nelle pieghe cutanee con tecniche di chirurgia estetica applicate alla chirurgia non estetica, cosa che riguarda i difetti della linea mediana come le diastasi dei muscoli retti. Se ottieni lo stesso risultato con un beneficio sulla “prova costume”… perché no?
E per la chirurgia estetica?
La chirurgia estetica rappresenta circa la metà della mia attività personale. Infatti ho già notato da parte dei colleghi specialisti di Villa Maria un interesse per questa attività, in particolare dermatologi e oculisti, e per esempio ho cominciato a svolgere valutazioni per interventi di chirurgia palpebrale su pazienti inviati dai colleghi oculisti. Gli interventi che eseguo di routine sono addominoplastica, mastoplastica, liposuzioni. Tutti capitoli molto importanti, che avremo sicuramente l’occasione di approfondire.
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