Tutto quello che gli operatori di Villa Maria sanno sulla gestione delle emergenze, questa volta l’hanno dovuto mettere in pratica. Nessuna simulazione, è stato tutto vero. Il personale sanitario e non, si è trovato ad affrontare, per la prima volta, una grave emergenza sanitaria che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’11 marzo 2020 ha dichiarato come “pandemia” allorquando il focolaio di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 si è diffuso a macchia di leopardo in tutto il mondo.
Un evento straordinario che ha avuto impatti immediati su tutta l’organizzazione della Casa di Cura, a cominciare dalle procedure comportamentali più semplici (ad es. il distanziamento fisico) fino a quelle più complesse relative ai protocolli sulla sicurezza e la gestione del rischio clinico. Una pressione fortissima è arrivata a tutti i livelli, interessando in particolare gli operatori del Blocco Operatorio e dei Reparti di degenza che in pochi giorni hanno dovuto cambiare tutto il modo di lavorare. Abbiamo raccolto le loro voci.
“Le primissime informazioni che abbiamo ricevuto sono state relative alla chiusura immediata delle sale operatorie – ci racconta Cristina Dominici, coordinatrice infermieristica del Blocco Operatorio.- Nessuno di noi capiva, la paura devo ammettere è stata la prima emozione che abbiamo provato. Che cosa sta succedendo? Questo ci siamo chiesti. In realtà dalle nostre Direzioni le risposte sono arrivate velocemente e la chiusura di tutto è durata praticamente una settimana perché dopo poco l’Ausl della Romagna ci ha chiesto il nostro supporto. Nel giro di pochi giorni sono arrivati da noi chirurghi specialisti per effettuare anche interventi che da noi non erano mai stati eseguiti. È stata subito chiara anche un’altra cosa: la consapevolezza che noi e Villa Maria ci saremmo dovuti occupare di tutto. Mi riferisco agli approvvigionamenti dei materiali, delle strumentazioni, all’applicazione di protocolli talvolta uguali ai nostri e talvolta anche diversi. La mia esperienza precedente in altre importanti realtà pubbliche mi ha certamente aiutato. È incredibile quello che è successo. Ci siamo messi in gioco completamente, anche per dimostrare a tutti le nostre reali capacità. In poco tempo abbiamo creato le condizioni necessarie per consentire ai chirurghi di effettuare gli interventi più urgenti creando le stesse identiche condizioni che ci sono in ospedale a Rimini e Santarcangelo, anche con ritmi di lavoro molto sostenuti. Devo dire che abbiamo ricevuto un supporto incredibile sia dai chirurghi che dal personale sanitario e amministrativo degli Ospedali che ci ha messo nelle condizioni di lavorare al meglio. A tutti loro va un ringraziamento particolare. Un’esperienza assolutamente positiva, che ha consentito a tutti noi di crescere professionalmente. Siamo arrivati alla fine dell’estate esausti, ma consci di aver dimostrato nei fatti quale sia l’alto livello qualitativo di questa struttura sanitaria!”.
Ovviamente tutti i pazienti inviati dagli Ospedali ed operati a Villa Maria hanno seguito i percorsi di accettazione e ricovero nel Reparto di Chirurgia. Anche qui gli infermieri di Reparto hanno dovuto fronteggiare l’emergenza trattando pazienti con modalità e con protocolli che necessariamente dovevano essere adattati alle procedure in uso presso gli Ospedali. Ciò ha comportato un accurato lavoro di revisione costruito giorno per giorno in base alle informazioni che si rendevano disponibili.
“È stata un’esperienza fortissima – ci dice subito Nicola Merra, Coordinatore Infermieristico del Reparto di Chirurgia – Ci siamo trovati davanti un nemico sconosciuto, un virus mai visto prima d’ora. Fortunatamente non ci siamo scoraggiati e grazie ai dispositivi di protezione messi a disposizione dalla Casa di Cura sin dall’inizio, siamo riusciti a rimanere Covid-free. Personalmente ho dovuto seguire tutte le attività in evoluzione creando i protocolli integrati e garantendo la mia massima presenza e disponibilità. Non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta. In pochi giorni abbiamo iniziato a trattare pazienti che avevano subìto anche interventi non ancora realizzati a Villa Maria. Siamo rimasti uniti, soprattutto nei momenti più critici, consapevoli dell’emergenza. Tutto quello che ci è stato chiesto, è stato fatto senza risparmiarci. Ora siamo diventati tutti più forti. Uno degli aspetti più importanti e toccanti è stato gestire la solitudine dei pazienti che in base alle disposizioni anti-Covid non potevano vedere i familiari; da loro abbiamo ricevuto tantissimi attestati di stima. Anche i medici e le Direzioni della Casa di Cura ci sono stati vicini, ci siamo sempre sentiti protetti, mai soli”.
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